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Attraverso l’Associazione ADL CONSUM, numerosi consumatori hanno potuto gestire con successo un’opposizione ad una procedura esecutiva. Affidandoti a noi, avrai la certezza di essere tutelato e di far valere i tuoi diritti, anche in situazioni che sembrano non avere una soluzione.
Mettiamo a disposizione la nostra esperienza e competenza per analizzare la tua situazione nel dettaglio, individuare eventuali irregolarità e assisterti nell’avvio delle azioni legali necessarie.
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1. Analizzare
Analizziamo le anomalie e illeciti
2. Informare
Informiamo sulle normative vigenti
3. Assistere
Opposizione al Decreto Ingiuntivo e alle Procedure Esecutive: Proteggi i Tuoi Diritti
Quando si riceve un decreto ingiuntivo, o un atto di precetto, o un atto di pignoramento o si è coinvolti in una procedura esecutiva, è naturale sentirsi sopraffatti dalla situazione e pensare, erroneamente, che non vi siano alternative solo perché si è debitori. Questo, tuttavia, è l’errore più grande che si possa fare. Anche in tali circostanze, è fondamentale sapere che esistono diritti che possono essere tutelati e strumenti legali per opporsi a richieste ingiuste o eccessive.
In molti casi, presentare una valida opposizione al decreto ingiuntivo o alla procedura esecutiva può fare la differenza, poiché ci sono numerose motivazioni per contestare l’azione intrapresa dalla controparte. Vediamo insieme le principali:
1. Mancanza di legittimazione della società creditrice
Non tutte le società che agiscono per il recupero dei crediti hanno effettivamente il diritto di farlo. Spesso, il loro diritto di agire può essere contestato per diverse ragioni, tra cui:
- Vizi relativi agli atti di cessione del credito: il credito potrebbe essere stato ceduto senza il rispetto delle formalità richieste dalla legge, rendendo l’azione della società creditrice nulla.
- Mancanza di abilitazione: alcune società esercitano in maniera abusiva il recupero dei crediti, poiché non sono iscritte all’albo degli intermediari abilitati.
- Errori nella documentazione: la società potrebbe non essere in grado di dimostrare con precisione la sua titolarità del credito, o gli atti notificati potrebbero essere affetti da gravi irregolarità.
Questi aspetti, spesso trascurati dai debitori, possono portare all’annullamento totale o parziale delle richieste avanzate dalla controparte.
2. Invalidità dei contratti e irregolarità delle condizioni applicate
Alla base delle richieste di pagamento possono esserci contratti o condizioni economiche che, se analizzati attentamente, risultano illegittimi o non conformi alla legge. Ecco alcuni esempi:
- Clausole vessatorie: alcune clausole nei contratti di finanziamento potrebbero essere considerate abusive, poiché squilibrano ingiustamente i diritti e gli obblighi tra le parti.
- Tassi usurai: spesso nei contratti sono pattuiti interessi che superano i limiti consentiti dalla legge, rendendo il debito ingiunto non solo riducibile, ma in certi casi addirittura inesigibile.
Violazione delle norme sulla trasparenza bancaria: molte banche e finanziarie non rispettano gli obblighi informativi previsti dalla legge, come la corretta indicazione del TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Questo può portare a una revisione dell’importo richiesto o, in alcuni casi, all’annullamento del contratto stesso.
Perché è importante agire subito?
Ignorare un atto di precetto o un decreto ingiuntivo significa accettare tacitamente quanto richiesto dalla controparte, rinunciando a far valere i propri diritti.
Agire tempestivamente con un’opposizione non solo offre la possibilità di ridurre o annullare il debito, ma può anche bloccare eventuali procedure esecutive, come il pignoramento di beni mobili, immobili o conti correnti.
Come possiamo aiutarti
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